mercoledì 17 dicembre 2014

L'assicuratore: un lavoro scomodo e sottopagato


L'immagine dell'assicuratore è sempre stata considerata da sempre come una figura "mangia soldi" e nella maggior parte dell'opinione pubblica equiparata ai dipendenti delle banche. La differenza sostanziale è che mentre i dipendenti delle banche hanno lo stipendio fisso e tutta una serie di benefit, il subagente assicurativo, specialmente all'inizio della sua professione, vive nella più completa precarietà.

Devono aprire una partita iva altrimenti non posso avere l'iscrizione all'albo degli intermediari per esercitare la professione, se sono fortunati  hanno un rimborso spese ridicolo sulle € 500,00 che forse ti danno solo per i primi 3 mesi, e le provvigioni vanno da 5% al 20% a secondo del prodotto che riescono a vendere. Un esempio, potrebbe essere la polizza auto che su un importo lordo di € 1.200,00 all'anno, il subagente prende € 50,00 (5% sul netto)  e in più ci deve pagare: le tasse, il telefono, il deperimento dell'auto e il carburante.

Si, ma quanti clienti deve avere un subagente, paganti una polizza auto di questa somma in un mese per fare € 1000,00 di provvigioni nette? Le cose migliorano se tra i clienti si riesce a vendere i rami danni o a proporre piani di risparmio. Ricordiamo inoltre e che nei modici guadagni è già compreso il lavoro della gestione dei sinistri e gli spostamenti necessari per le visite dirette presso i clienti.

Sembra assurdo che il proprio il vostro  assicuratore, che spesso arriva tutto ben vestito e con aria saccente, possa vivere peggio di colui che vende delle pentole o degli aspira polveri porta a porta.


C'è da fare però delle differenze, perchè gli agenti generali attivi da diversi anni e che hanno saputo ben gestire il propri clienti, riescono ad avere ancora dei guadagni interessanti, anche se notevolmente ridotti a causa delle normative imposte negli ultimi anni dall'ivass (istituto di vigilanza sulle assicurazioni) insieme ad una concorrenza sempre più spietata e che porta non solo all'abbassamento delle provvigioni ma anche ad un adeguamento in difetto dei prodotti offerti da parte delle compagnie: meno garanzie, tariffe più care e subagenti pagati sempre meno.

Il subagente infatti è un ruolo molto difficile, specialmente quando il proprio agente generale non gli assegna un portafoglio cliente, giusto per recuperare le spese sostenute ogni mese, e le compagnie non investono con una strategia a favore delle risorse umane.

Questo fenomeno porta danni importanti al mercato delle assicurazioni perchè in giro poi si trovano giovani disperati che pur di vendere non offrono un buon servizio e tendono a rifilare solo i prodotti dove possono ottenere più profitto. La cosa triste e che alcuni responsabili spremono come limoni i giovani costringendoli a proporre polizze ad amici e a parenti, con la sola finalità di fare obbiettivi mensili, senza preoccuparsi di fare un buon servizio al cliente.

Rimane ovvio che i subagenti che lavorano da anni e hanno generato un buon numero di clienti vivono discretamente perchè l'impegno passato genera guadagni ogni anno, ma ora devono fare i conti con la crisi, e quindi portare nuovi clienti è sempre più difficile.



Le compagnie e gli agenti generali dovrebbero capire che il mercato sta cambiando insieme ad una società sempre più esigente ed attenta, pertanto se mettono in condizioni di lavorare bene i propri collaboratori, potrebbero avere un ritorno etico economico di notevoli dimensioni, creando nuove figure professionali ben retribuite ed efficienti. Oltre ad una riqualificazione dell'immagine assicurativa.

P.S.

1 commento:

  1. Mio figlio ha buttato un anno di vita in quel lavoro, e alla fine tolto i costi fiscali ed altro non riusciva a pagare neanche le bollette di casa.....

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