L'immagine dell'assicuratore è
sempre stata considerata da sempre come una figura "mangia soldi" e
nella maggior parte dell'opinione pubblica equiparata ai dipendenti delle
banche. La differenza sostanziale è che mentre i dipendenti delle banche hanno
lo stipendio fisso e tutta una serie di benefit, il subagente assicurativo,
specialmente all'inizio della sua professione, vive nella più completa
precarietà.
Devono aprire una partita iva altrimenti non
posso avere l'iscrizione all'albo degli intermediari per esercitare la
professione, se sono fortunati hanno un
rimborso spese ridicolo sulle € 500,00 che forse ti danno solo per i primi 3
mesi, e le provvigioni vanno da 5% al 20% a secondo del prodotto che riescono a
vendere. Un esempio, potrebbe essere la polizza auto che su un importo lordo di
€ 1.200,00 all'anno, il subagente prende € 50,00 (5% sul netto) e in più ci deve pagare: le tasse, il
telefono, il deperimento dell'auto e il carburante.
Si, ma quanti clienti deve avere un subagente,
paganti una polizza auto di questa somma in un mese per fare € 1000,00 di
provvigioni nette? Le cose migliorano se tra i clienti si riesce a vendere i
rami danni o a proporre piani di risparmio. Ricordiamo inoltre e che nei modici
guadagni è già compreso il lavoro della gestione dei sinistri e gli spostamenti
necessari per le visite dirette presso i clienti.
Sembra assurdo che il proprio il
vostro assicuratore, che spesso arriva
tutto ben vestito e con aria saccente, possa vivere peggio di colui che vende
delle pentole o degli aspira polveri porta a porta.
C'è da fare però delle
differenze, perchè gli agenti generali attivi da diversi anni e che hanno saputo
ben gestire il propri clienti, riescono ad avere ancora dei guadagni interessanti,
anche se notevolmente ridotti a causa delle normative imposte negli ultimi anni
dall'ivass (istituto di vigilanza sulle assicurazioni) insieme ad una
concorrenza sempre più spietata e che porta non solo all'abbassamento delle
provvigioni ma anche ad un adeguamento in difetto dei prodotti offerti da parte
delle compagnie: meno garanzie, tariffe più care e subagenti pagati sempre meno.
Il subagente infatti è un ruolo
molto difficile, specialmente quando il proprio agente generale non gli assegna
un portafoglio cliente, giusto per recuperare le spese sostenute ogni mese, e
le compagnie non investono con una strategia a favore delle risorse umane.
Questo fenomeno porta danni
importanti al mercato delle assicurazioni perchè in giro poi si trovano giovani
disperati che pur di vendere non offrono un buon servizio e tendono a rifilare
solo i prodotti dove possono ottenere più profitto. La cosa triste e che alcuni responsabili
spremono come limoni i giovani costringendoli a proporre polizze ad amici e a
parenti, con la sola finalità di fare obbiettivi mensili, senza preoccuparsi di
fare un buon servizio al cliente.
Rimane ovvio che i subagenti che
lavorano da anni e hanno generato un buon numero di clienti vivono discretamente perchè
l'impegno passato genera guadagni ogni anno, ma ora devono fare i conti con la
crisi, e quindi portare nuovi clienti è sempre più difficile.
Le compagnie e gli agenti
generali dovrebbero capire che il mercato sta cambiando insieme ad una società
sempre più esigente ed attenta, pertanto se mettono in condizioni di lavorare
bene i propri collaboratori, potrebbero avere un ritorno etico economico di
notevoli dimensioni, creando nuove figure professionali ben retribuite ed
efficienti. Oltre ad una riqualificazione dell'immagine assicurativa.
P.S.
Mio figlio ha buttato un anno di vita in quel lavoro, e alla fine tolto i costi fiscali ed altro non riusciva a pagare neanche le bollette di casa.....
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